Ho deciso fin da subito che mi sarebbe piaciuto ricordarlo assieme agli altri perché, anche se mio padre sapeva stare da solo, era soprattutto una persona di grande compagnia.Da lì è nata l’idea, con il mio amico fraterno Michele e con i miei familiari, di un concorso letterario. Inizialmente pensavo a un “qualcosa” destinato agli alunni delle scuole ma presto mi sono reso conto che sarebbe stato troppo difficile realizzarlo, e ho desistito dall’affrontare la burocrazia che mi aspettava.Ho scelto pertanto un concorso aperto a tutti, convinto - così facendo - di assecondare le inclinazioni di mio padre e consapevole che, grazie a Internet, avrei velocemente ampliato la portata dell’evento. La creazione del sito, la relativa impostazione e la diffusione della sua esistenza sono in gran parte merito di altri tre amici, Giacomo, Alessandro e Roberta, “maghi” del web e capaci di carpirne gli umori. I contenuti, testi e foto, a volte spontanei a volte suggeriti da terzi, sono miei e di mia sorella Chicca. Mi è stato riferito, da una persona molto amica di mio padre, che il sito “sa di lui”, e questo è stato il complimento più bello che ho ricevuto al riguardo.Trovare i giurati è stato semplice: amici di famiglia di vecchia data, tutti con una qualche dimestichezza con le lettere e la letteratura, che hanno aderito all’invito con grande entusiasmo. Marco Del Bucchia Editore invece si è proposto da solo, mentre non me lo aspettavo, sponsorizzando a costo zero l’iniziativa. E tutto sommato è stato semplice anche ottenere il gratuito patrocinio dei Comuni di Seravezza e Stazzema per alcune edizioni e quello della Provincia di Lucca per altre.Il motivo per cui questo concorso è stato creato, pertanto, risiede principalmente nei legami – che è stato anche il tema di una delle edizioni – che ha generato e che genera: inizialmente con la cerchia delle persone che ho menzionato e, in seguito, con alcuni dei partecipanti e con tutte quelle persone che affollano la sala il giorno della Premiazione e Presentazione dell’Antologia. Quell’occasione, come del resto il momento di disamina dei temi con i giurati e il pranzo successivo (unico loro compenso!), mi riavvicinano alla figura di mio padre. Nei volti delle persone rivedo un pezzo di vita di Arnaldo, riaffiora un ricordo, un episodio: e tutto questo, in serenità, offre lo spunto per una battuta o un sorriso, ragion per cui sono convinto, sempre più convinto, della bontà della decisione presa quando ho deciso di organizzare questa manifestazione.Insomma, tutto questo è fatto per ricordarmi mio padre tra la gente, con la gente e forse, anche se lui avrebbe certamente sostenuto il contrario, per la gente che gli ha voluto e gli vuole bene.